L'amore fa paura. Perchè è enormemente sopravvalutato come soluzione alla solitudine, perché implica mettersi in gioco, perchè si pensa che si potrebbe soffrire se l'altro ci lasciasse (spesso le immagini che vi si associano sono di tessuti lacerati e sanguinanti). Paura è il nome che diamo alle nostre incertezze, alla nostra insicurezza che proiettiamo sull’altro, che facciamo diventare un nemico pericoloso.
Allora sogniamo amori idealizzati e perfetti, fuori dal reale; oppure scegliamo persone sbagliate per continuare a emozionarci pur rimanendo autonomi.
Alcune persone hanno paura della vita e si mettono in due per proteggersi da essa, altri temono l’amore e si accontentano di rapporti distanti, formali, di facciata, in cui si rimane uguali a se stessi. In cui non si chiede né a sé né all’altro dimettersi in gioco nel rapporto. È proprio per questo che quando spontaneamente finisce l’eccitazione della novità ci troviamo con la nostra unione vuota, senza più niente che ci tenga insieme. Da lì la voglia di ricominciare da un’altra parte. Le situazioni amorose sono decidibili e determinabili? Certo che no. Noi umani non ci comportiamo in maniera prevedibile come un tostapane o un’automobile. Un tradimento può sempre avvenire, una distrazione, un incontro più importante. Il futuro non è sotto il nostro controllo ma proprio questo è il bello.
C’è poi un minuto di sospensione tra quello che il futuro ci propone/impone e il nostro arbitrio. La possibilità di dire ci sto/non ci sto/proviamo di nuovo.
Quali rischi ci sono nell’amare? Pochissimi. Purtroppo nonne siamo consapevoli. Rischiamo meno che nello stare in una relazione senza amore, che può deprimerci in maniera irreversibile, lentamente. I vantaggi invece sono incommensurabili. Tra questi c’è la possibilità di evolvere e maturare, anche di imparare a dare e a chiedere, rispettando noi stessi.
E se l’altro se ne va, se ci manca di rispetto, se ci offre so lo briciole, se tenta inconsapevolmente o meno di farci del male, se..., se... noi abbiamo noi stessi su cui contare, sempre e comunque. Possiamo contare sul nostro cuore, sulle nostre risorse e sulle nostre debolezze. Purché siamo onesti con noi stessi, ci diciamo chi e dove siamo, cosa dobbiamo migliorare, come possiamo adattarci di più alla vita. Non è sulla certezza che si basa l’amore ma sull’investimento che implica curiosità verso l’altro, disponibilità a mettersi in gioco e a investire su progetti comuni, quelli che ci permettono di ballare insieme.
di Umberta Telfener
Psicologa clinica,terapeuta della coppia
da D di Repubblica del 26 luglio 2008
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