giovedì 3 settembre 2009

Albania, 1991 (seconda parte)



2.

Il giorno dopo, di buon ora, Luca sarebbe riuscito a convincere il suo recente amico montenegrino a
riaccompagnarlo alla frontiera. Il suo ospite prese il furgone del padre per accompagnare quel ragazzo che si intestardiva con l’idea di passare il confine. I due si avviarono, fecero di nuovo la stessa strada del giorno prima e Mirak lasciò Luca a qualche metro dalla sbarra che segnava il limite con quella terra sconosciuta ma così mistificata, a pochi passi da casa sua. I due ragazzi si salutarono con una stretta di mano, pacche sulle spalle e un sorriso largo da entrambe le parti.
"Se un giorno verrai in Italia....", "se un giorno tornerai da queste parti.....": si erano in qualche modo fatti capire come si fa in questi casi, da tutte le parti del mondo. Per mostrarsi gratitudine a vicende: Luca per l'ospitalità, Mirak per avergli narrato del suo mondo.
Luca scese, di nuovo lo zaino colorato in spalla, di nuovo lo stesso militare del giorno prima.
Mise la mano in tasca, dove il pomeriggio precedente aveva riposto - era sicuro di averlo fatto - la lettera col permesso per entrare in Albania. Era pronto a riprendere la sua battaglia. Ma la lettera non c'era più. Si voltò e neanche Mirak c'era più. Non aveva nemmeno sentito il rumore del veicolo che si rimetteva in moto e partiva alle sue spalle, tanto era concentrato sulla nuova battaglia che era disposto a combattere anche quel mattino pur di raggiungere la sua meta. Forse, si sorprese a pensare Luca, era stato Mirak, oppure sua madre a sottrargli di nascosto il visto per la terra dei loro detestati vicini di casa, sperando in questo modo di salvarlo da un mondo che loro credevano pericoloso, oscuro, di nessun interesse.
Il militare, tuttavia, riconobbe l'italiano; come avrebbe potuto non riconoscerlo? Era l'unico a presentarsi lì anche quel giorno e forse lo sarebbe stato anche per le settimane a venire, come per molte di quelle passate. Non fece neanche tante storie questa volta, mentre Luca cercava di spiegargli, frugando in tutte le tasche dei suoi vestiti e del suo zaino, che aveva perso la lettera.
Il militare alzò la sbarra e Luca si trovò davanti una strada identica a quella che stava per lasciare dietro di sé. Eppure era finalmente entrato in un mondo nuovo, in Albania.

(continua)
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