Grazie a Dio che ha inventato i libri e chi li scrive. Sabato mattina un uomo pernicioso è stato allontanato dalla mia casa dove intendeva piantare le tende, lui e il suo karma negativo. 'No way'. Niente più spazio per tutto ciò. Se ne è andato, riluttante, lasciandomi un ricordo: 'pagherai per questo'. 24 ore dopo ero bloccata a letto con quella che si sarebbe rivelata una sospetta ernia del disco.
Difficile fare qualsiasi cosa. Anche queste poche righe si stanno rivelando uno sforzo non da poco.
Ma per fortuna che Dio ha inventato i libri e chi li scrive!
'Mio nonno sosteneva che i libri sono il modo migliore per viaggiare', dice uno dei protagonisti di un bel film sull'India e dintorni, Il destino del nome. Proprio così. Già lo avevo pensato anch'io, nel mio piccolo, l'anno scorso, a bordo di un taxi su quella che in India hanno il coraggio di chiamare un'autostrada.
Così, in questi giorni di immobilità forzata sto viaggiando lungo le pagine di molti libri.
Philip Roth, Patrimonio. Con gli anni Roth, che non è mai stato un allegrone, è diventato sempre più cupo, più vicino alla morte. Qui quella dell'anziano padre, a causa di un cancro al cervello. Cronaca autobiografica, è vero, ma con quella capacità di tirarci fuori un sentire universale. Sarà banale, ma è ciò che fa la differenza tra un genio e un compila-pagine.
Ian McEwan, Chesil Beach. Ovvero del sesso prima della rivoluzione sessuale. Ma non solo sesso. Anche della crudeltà, della violenza che due che si sono appena giurati amore eterno possono scatenarsi l'uno contro l'altra. Magistrale la descrizione degli odori che diventano fastidiosi, gli imbarazzi che diventano repulsioni, l'estraneità di corpi che non si capiscono, non si riconoscono.
Ora, invece, il mio viaggio si è fermato a New York, precisamente al Cafè Julien di Dawn Powell. Washington Square, cuore del Village da cui transita una varia umanità raccontata con grande forza, genialità di una donna bruttina, dalla vita travagliata, che nella scrittura trovava il suo antidolorifico. Il suo riscatto, espressione della sua forza.
Grazie a Dio che ha inventato i libri.
P.S. Io non credo nel malocchio, ma credo nell'aura negativa di certe persone, rabbiose nei confronti della propria vita, ma talmente incapaci di farsene carico da scaricare sugli altri la propria rabbia. Il gioco, per quanto mi riguarda, è finito: io non mi presto più. Astenersi rompicoglioni!
mercoledì 19 dicembre 2007
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